venerdì 30 novembre 2012

Sotto il terremoto


Lunedì 26 novembre 2012, insieme alla classe 2°AG del nostro Istituto, abbiamo visitato la Galleria del Premio di Suzzara.
La Galleria del Premio è principalmente una galleria di arte contemporanea, al suo interno è possibile quindi osservare quadri e sculture del Novecento. In questo ultimo periodo, la galleria è caratterizzata da un “clima di emergenza”, perché è diventata una specie di ricovero per le opere d’arte che erano presenti nelle chiese mantovane danneggiate dal terremoto del maggio scorso.
In questa galleria, si è pensato così di fare un’installazione per collocare queste opere e permettere agli spettatori di riuscire a vederle e quindi di viverle. L’idea di questa installazione si sviluppa attorno ad un struttura di tubi innocenti che ricordano i tubi che sorreggono le chiese e i campanili danneggiati dal terremoto stesso. L’installazione prende appunto il nome di “Sotto il terremoto” e già dal primo ingresso nel salone principale del museo si ha la sensazione di camminare sotto i danni provocati dal terremoto.
Durante la visita abbiamo avuto l’occasione di incontrare il curatore della mostra  che ci ha spiegato l’idea fondante e le scelte che sono state fatte per realizzare l’allestimento dell’esposizione.  La visita si è conclusa con un’attività relativa al suono, alla poesia e al rumore.
Dopo la visita alla Galleria siamo andati nella piazza di Suzzara a vedere parte dei danni causati dal terremoto: la cupola del campanile che è appoggiata a terra e la torre che è tutta rivestita da tubi innocenti.
Alcune immagini di quel giorno scattate da Giacomo e Giulia









sabato 24 novembre 2012

Fotogramma


L’immagine che abbiamo creato sabato 14 novembre è un fotogramma ed è stata creata utilizzando la carta fotosensibile, una lampada, degli oggetti e dei liquidi di sviluppo, arresto e fissaggio. L’immagine è stata ottenuta all’interno della camera oscura, allestita nel laboratorio di chimica, usando la tecnica off-camera, ovvero senza l’utilizzo della macchina fotografica.
Per creare il fotogramma abbiamo posizionato degli oggetti sulla carta fotosensibile nel modo più appropriato in base alle forme degli oggetti stessi. Con una lampada abbiamo poi illuminato il foglio di carta fotosensibile in modo che questa assorbisse la luce nelle parti non coperte dagli oggetti. In questo modo la luce avvia il processo di riduzione dei sali d’argento in argento metallico e viene a formarsi un’immagine latente, ovvero un’immagine presente sul foglio ma non visibile a occhio nudo. La carte coperta dagli oggetti non è colpita dalla luce, così il sale d’argento presente in quei punti non modifica il suo stato. Successivamente il foglio di carta fotosensibile viene immerso nello sviluppo che accelera il processo di riduzione e trasforma le parti non coperte di colore nero per l’annerimento dei Sali d’argento. Viceversa nelle parti coperte, quelle non colpite dalla luce, il sale d’argento non si riduce in argento metallico e anche dopo l’immersione del foglio in quelle parti non si vede alcun annerimento. Dopo queste fasi, il foglio viene immerso nell’arresto che blocca lo sviluppo sulla carta fotosensibile e nel fissaggio, che eliminando i Sali ancora presenti nelle zone coperte dagli oggetti rende l’immagine inalterabile. In questo modo abbiamo ottenuto un’impronta bianca su uno sfondo nero corrispondente alla forma degli oggetti appoggiati sul foglio di carta fotosensibile.


Alcune immagini scattate in camera oscura durante il laboratorio
L'esposizione del foglio alla luce
Lo sviluppo della carta fotosensibile
 
I fotogrammi appesi ad asciugare


mercoledì 21 novembre 2012

Chimigramma


Noi della classe 3AG, il giorno 12 novembre 2012, abbiamo allestito l'aula per realizzare una fotografia mediante una tecnica off camera. Ciò che abbiamo creato si chiama “Chimigramma” e consiste nel creare un'immagine fotografica ottenuta in luce ambiente senza l'impiego di una macchina fotografica.
Per sviluppare questa tecnica abbiamo utilizzato la carta fotosensibile, i liquidi di sviluppo, arresto, fissaggio e la luce.
Sui banchi, divisi due file, abbiamo posto tre diverse vaschette contenenti i liquidi di:
- sviluppo che accelera il processo di riduzione del sale d'argento in argento metallico e permette di osservare visivamente l'effetto di annerimento prodotto dalla luce  sui sali d'argento;
- arresto che ha la funzione di bloccare l'effetto dello sviluppo e separarlo dal fissaggio;
- fissaggio che scioglie il sale d'argento impedendone così la sua trasformazione in argento metallico e rendendo l'immagine inalterabile;
Accanto a queste vaschette ce ne era una quarta contenente solo acqua in cui mettere i nostri chimigrammi prima di risciacquarli sotto acqua corrente per eliminare le varie tracce di elementi chimici dal foglio.
Con i liquidi, sulla carta fotosensibile abbiamo rappresentato vari disegni e oggetti fino a raggiungere due risultati diversi. A seconda del liquido utilizzato per primo, infatti otteniamo immagini diverse: se utilizzo prima lo sviluppo poi passo il foglio nell’arresto e nel fissaggio ottengo un’ impronta nera su sfondo bianco, mentre al contrario se utilizzo per primo il fissaggio e passo il foglio nello sviluppo, nell’arresto e di nuovo nel fissaggio, il risultato sarà quello di un’ impronta bianca su sfondo nero.In entrambi i casi l’ultima fase dovrà essere quella del risciacquo per evitare che i chimici rimasti sul foglio creino, durante l’asciugatura del foglio, delle macchie.                                                                                                               

Eccovi alcune immagini  scattate durante il laboratorio









martedì 13 novembre 2012

Videoclip




In questo lavoro ci è stato chiesto di interpretare una canzone con le immagini a partire dalle emozioni che la musica e il testo del brano scelto ci suscitano. Per svolgere questo lavoro per prima cosa abbiamo effettuato una ricerca libera di immagini sulla rete, sfruttando alcuni siti di agenzie fotografiche come Corbis e Gettyimages o motori di ricerca come Google. 

Effettuata la ricerca, con l'utilizzo di un programma di editing, abbiamo caricato le immagini in sequenza e poi inserito la traccia audio della canzone. Ognuno di noi aveva diversi modi per interpretare la canzone e poteva servirsi di alcuni espedienti tecnici come i movimenti e le transizioni per valorizzare il testo e la musica della canzone. 

Una volta finito il montaggio della clip, il compito successivo è stato quello di spiegare in un testo scritto alcune cose: 
- Perché è stata scelta quella canzone;
- Quale significato abbiamo attribuito alla canzone;
- Come l’abbiamo voluta interpretare; 
- Quali espedienti tecnici abbiamo utilizzato. 

Dopo la lettura del testo in classe, abbiamo visionato insieme ai compagni ogni video, dopodiché li abbiamo commentati insieme al prof per vedere i punti di forza e quelli di debolezza di ciascuno.


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Light painting



Venerdì 2 novembre 2012 abbiamo partecipato a un laboratorio di light painting. E’ venuto a scuola un esperto di fotografia, Giuseppe Sinatra, che ci ha spiegato come realizzare delle fotografie con una tecnica elementare, ma dai risultati sorprendenti. Come si fa? Bisogna essere in una stanza completamente buia e avere una macchina fotografica in cui si possa scegliere personalmente il tempo di esposizione alla luce. Montata la macchina su un treppiede, dopo aver inquadrato e messo il soggetto a fuoco si schiaccia il pulsante di scatto tenendo premuto fino a quando non si ha finito di creare con una piccola torcia i segni o i disegni che si vogliono realizzare. Dopo una piccola dimostrazione, ci ha fatto dividere in due gruppi e abbiamo creato le nostre fotografie con questa tecnica. L'ultima fotografia scattata è stata quella alla classe, poi siamo andati a vedere le varie fotografie fatte nel corso della mattinata e le abbiamo commentate insieme. 

Alcune fotografie scattate con la tecnica del light painting








Stop motion




Lo stop motion è una tecnica di ripresa cinematografica e di animazione che consente la realizzazione di cartoni animati e filmati in cui i soggetti statici vengono messi in movimento.
Per realizzarla abbiamo bisogno di una macchina fotografica e di un soggetto da fotografare seguendo una logica di movimento, direzione e cambiamento.
Noi della classe 3AG dell’istituto Carlo d’arco di Mantova abbiamo realizzato un breve video con la tecnica del Claymation che è una tecnica con cui si animano dei pupazzi in plastilina.
Divisi in quattro gruppi ognuno di noi aveva dei compiti precisi: c’era chi si occupava della costruzione degli attori, altri dovevano realizzare gli strumenti; un altro gruppo era il reparto fotografia che aveva il compito di costruire alcuni pannelli (diffusori e riflettenti) per le riprese, un altro doveva invece allestire la scenografia, il teatro dentro cui far muovere gli attori. Infine due persone si occupavano della produzione e del backstage. Terminato il lavoro dei gruppi abbiamo poi partecipato tutti alle riprese. A questa fase si è poi aggiunta quella della post.produzione e del montaggio eseguite dal prof.  
Questo video è stato creato per promuovere uno spettacolo di musica che il nostro istituto ha realizzato a  Mantova per festeggiare il primo anno di vita del Liceo Musicale “Isabella d’Este. 

Alcune immagini del nostro backstage







Che cosa è la fotografia?


All’inizio dell’anno scolastico, il prof. ci ha chiesto di rispondere per iscritto a quattro semplici domande:
     
     - Che cos’è secondo te la fotografia?
      - A che cosa serve?
     - Come può essere impiegata nel campo della grafica?
     - E in quello della comunicazione?




Ognuno di noi doveva rispondere personalmente ad ognuna di queste domande. Alla lezione successiva, il prof. ci ha riconsegnato i fogli con le relative risposte e ad ognuno di noi aveva evidenziato due frasi che esprimevano la nostra percezione della fotografia. Successivamente, abbiamo fatto una ricerca di fotografie su internet per rappresentare visivamente ciò che avevamo espresso in forma scritta.
Finita la ricerca, ci siamo divisi in quattro gruppi e abbiamo creato quattro cartelloni con le immagini che rispondevano ai temi affrontati nelle domande.
Nei giorni successivi il prof. ci ha fatto delle lezioni sui campi e i modi nei quali la fotografia può essere impiegata.
Alcuni cartelloni realizzati in classe 

Autoritratto


Quando la scuola era ancora alle prime battute ed il nostro rapporto con il prof. Manfredini stava iniziando a prendere forma, abbiamo avuto modo di rompere il ghiaccio ed iniziare il nuovo percorso con un’attività semplice ma al contempo efficace per far conoscere i nostri principali interessi attraverso la fotografia.
Prima di tutto abbiamo utilizzato una macchina fotografica reflex per ottenere i nostri “ritratti”. Durante questa prima fase di lavoro il prof. ci ha introdotto alcune basi di tecnica fotografica come l’impugnatura corretta ed il concetto di “aria” (spazio che divide l’estremità superiore del fotogramma dalla testa del soggetto fotografato) che deve essere ridotta ai minimi termini per ottenere un ritratto soddisfacente.
La seconda fase del lavoro è consistita nel cercare sul web una serie di immagini che rispecchiassero la nostra personalità, i nostri hobby e l’ambiente in cui viviamo le nostre esperienze quotidiane.
In questo modo abbiamo potuto “compilare” una carta d’identità virtuale inizialmente vuota sostituendo i classici connotati anagrafici con delle immagini che rappresentano il nostro mondo, il nostro modo di essere.